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al testo di Giovanni Abbate
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sovente - dopo il caffè del mattino - mi fermo davanti alla mia libreria sedotto da quella Babilonia d'inchiostro come quando da bambino me ne stavo a guardare il mare sfogliando l'infinito.
la notte - poi - quando il silenzio si compie mi succede di sentire da quelle mensole un bisbigliare di voci che mi domandano accavallandosi l'un l'altra Perché? Per chi? Con che? A che? Dove? Come? io fingo di non sentire.
di spalle sotto le coperte stranito da quel cadenzare di voci insistenti io fingo di non sentire.
fuori l'Universo crèpita non lontano da me.
(da: Luminol - 2028)
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